Il principio di funzionamento
Il turbocompressore non è altro che un compressore centrifugo,
trascinato per mezzo di un alberino da una turbina centripeta
che è mossa a sua volta dal flusso dei gas di scarico che la
investono; le due giranti sono simili, soltanto che hanno i
flussi di entrata ed uscita invertiti.
Una
delle cose più difficili da comprendere è che più veloce gira la
turbina e meno fatica essa fa a pompare ulteriormente l'aria: la
portata d'aria lavorata cresce con il quadrato della velocità di
rotazione, succede così che mentre una turbina a 80.000 giri al
minuto pompa circa 0,4 metri cubi d'aria al secondo, a 160.000
non ne pompa il doppio ma bensì 4 volte tanto e nello stesso
tempo la sovrapressione cresce in modo vertiginoso, passando da
0,2 bar a 1,6 bar con un incremento quindi di ben otto volte !
Ciò determina le sue due caratteristiche principali: una
lentezza di risposta iniziale (il famoso turbolag) seguita poi
da una eccezionale escalation di potenza. Infatti quando ai
regimi di rotazione inferiori la spinta dei gas di scarico non è
sufficiente a far girare velocemente le pale della turbina, la
pressione di alimentazione del motore non supera quella
atmosferica; dopodiché , insistendo con la richiesta di potenza,
il flusso e la temperatura dei gas prodotti dalla combustione
aumentano ed appena questi sono sufficienti a fornire una
sovrapressione s'innesca una reazione a catena che porta ad una
vera e propria esplosione di potenza che può essere fermata solo
da due evenienze, la distruzione del motore o l'apertura della
valvola wastegate (in verità vi è una terza passibilità: alzare
il piede dall'acceleratore, ma questa non la prendo neanche in
considerazione!).
Un motore turbo si adegua al carico che subisce il motore ed è
facilmente verificabile: partendo da fermi, accelerate fino a
raggiungere nella marcia più alta una velocità che sia quella di
crociera del veicolo; tenendo sotto controllo il manometro della
pressione vedrete che essa aumenterà ad ogni cambio di marcia
fino al massimo, ma, stabilizzandosi la velocità (a parità di
pressione sull'acceleratore) essa tenderà a diminuire. Per la
stessa ragione è impossibile arrivare alla massima pressione
accelerando il motore in folle.
Questo fatto è quello che favorisce in modo notevole l'utilizzo
di un motore turbo in una gara in salita: non tenendo conto
della variazione di potenza a seconda dell'altezza, maggiore è
il carico che deve vincere il motore per spingere la macchina e
maggiore automaticamente diventa la pressione di
sovralimentazione.
Com'è fatto un turbo-compressore
Il suo aspetto è standardizzato per cui, chiunque sia il
produttore, la forma è sempre la medesima ed identici i principi
di funzionamento; l'unica parte in cui si hanno delle differenze
di costruzione e di azionamento è la valvola Wastegate.
Analizzato nelle sue varie parti è composto da:
1- una prima ventola mossa dai gas di scarico racchiusa in un
corpo, detto chiocciola, normalmente in ghisa ed avente la forma
di una spirale (la turbina);
2- un corpo centrale destinato a supportare i cuscinetti e la
lubrificazione dell'asse che unisce le due ventole;
3- una seconda ventola destinata a succhiare ed a comprimere
l'aria racchiusa in un corpo di alluminio con la forma sempre a
spirale detta girante del compressore; è questa la più
importante delle due perché il diametro, l'inclinazione e
l'altezza delle pale, il regime di rotazione messi in rapporto
fra loro danno il campo operativo entro il quale dovrà svolgere
la propria funzione l'intera turbina, nonché il suo rendimento.
La valvola Wastegate
Si tratta di un dispositivo che, comandato dalla pressione
esistente nel lato aspirazione, produce l'apertura di una
valvola prima della turbina e lascia fuoriuscire nello scarico
parte dei gas combusti che altrimenti porterebbero la turbina a
girare ad una velocità eccessiva pompando quindi troppa aria ed
aumentando così esageratamente la pressione; ciò evita
l'autodistruzione del motore....
L'azionamento di questa valvola può essere meccanico, pneumatico
o elettronico (gestito da una centralina) e normalmente e
prevista una certa regolazione della Wastegate in modo da
ottimizzarne il funzionamento.
Può essere collocata a ridosso della chiocciola o piazzata sul
collettore di scarico per indirizzare una porzione dei gas
combusti direttamente a valle del turbocompressore senza
attraversarlo (schema utilizzato nei propulsori da F1)..
La valvola by-pass e la valvola pop-off
La valvola di by-pass è chiamata a salvaguardare l'integrità
della valvola a farfalla (posta sull'aspirazione), delle
tubazioni e della girante del compressore quando si rilascia
l'acceleratore. Queste valvole vengono montate quando, nella
versione di serie o dopo una profonda elaborazione, vengono
utilizzate elevate pressioni di esercizio. Tali valvole hanno il
compito di aprirsi e dare sfogo al picco di pressione che si
viene a creare nel collettore di aspirazione quando si chiude
repentinamente il gas. In questa condizione, infatti, le pale
del compressore continuano a ruotare velocemente pompando aria
nel condotto che però risulta temporaneamente chiuso; per non
danneggiare la delicata girante si apre dunque una via di fuga
che lascia sfogare altrove l'eccesso di pressione (in questa
fase inutile visto che siamo in fase di rilascio).
La valvola è dotata di un tubo di depressione che parte a valle
della "farfalla" comandata dall'acceleratore e ne provoca
l'apertura.
Sono possibili due schemi di utilizzo:
·
nello schema con valvola by-pass (tipico delle vetture di serie)
l'aria viene riconvogliata tramite un tubo a valle del filtro
dell'aria in maniera silenziosa, si cerca in questo modo di
riciclare quest'aria per mantenere comunque elevata la pressione
di esercizio e per non far fermare del tutto il compressore
anche ad acceleratore chiuso.
·
nello schema con valvola pop-off (tipico delle vetture
preparate) l'aria viene deviata verso l'esterno ed è questo che
produce il famoso sibilo in fase di rilascio dei motori turbo da
gara; normalmente queste valvole sono perfettamente calibrate o
regolabili, permettendo quindi un maggior controllo senza
inutili abbassamenti di pressione.
L'overboost
Oltre alle due valvole precedentemente descritte c'è un terzo
dispositivo che controlla la pressione di sovralimentazione: l'overboost,
che può essere realizzato a comando meccanico o elettronico.
Attraverso il suo operato si può ingannare la wastegate per un
determinato lasso di tempo, dando la possibilità di ottenere dei
picchi di potenza.
In pratica si ritarda l'intervento della valvola lasciando
salire la pressione di qualche punto (picco di overboost) e
mantenendola per un tempo prestabilito, dopodiché la wastegate
torna a svolgere il proprio compito facendo tornare la pressione
di sovralimentazione al valore di taratura.
L'intercooler
Svolge la funzione di raffreddare l'aria di alimentazione del
motore, infatti più aumenta la temperatura dell'aria più essa si
espande e diventa meno densa e quindi a parità di pressione
pompiamo meno aria nel motore; il rendimento dello stesso cala
ed aumenta immediatamente quello che è il maggior pericolo di un
motore turbo: l'autoaccensione.
Per svolgere bene il suo compito l'intercooler ha bisogno di un
grande flusso d'aria che lo attraversi e pertanto sia davanti
che dietro nulla deve impedire il libero fluire dell'aria ed è
anche chiaro che maggiori saranno le dimensioni della superficie
dissipante maggiore sarà la potenza a parità di pressione. Per
sottolineare l'importanza della densità dell'aria aspirata basti
pensare a quando si va in montagna: salendo di altitudine la
densità dell'aria diminuisce e solitamente viene indicata (per i
motori turbo) una perdita di potenza del 1,5% ogni 100 metri di
altitudine in più e quindi a 1000 metri avrete già perso il 15 %
di potenza!
Riepilogando
·
Waste Gate
Nel funzionamento normale del turbocompressore la regolazione
della pressione massima di alimentazione è effettuata tramite
l'apertura della valvola waste-gate (8). Infatti nel diaframma
dell'attuatore (9) è sempre applicata la pressione di
sovralimentazione cioè quella esistente a monte del compressore.
Questa pressione crea una spinta sul diaframma; quando questa
spinta supera quella antagonista della molla di reazione, la
valvola waste-gate (8) si apre ed una parte dei gas di scarico
viene deviata dalla turbina, privando quest'ultima della propria
forza.
·
Overboost
Quando l'avvolgimento (5) viene magnetizzato dalla centralina
comando iniezione-accensione, la valvola (7) mette in
collegamento la pressione di sovralimentazione del condotto (6)
al condotto aspirazione ossia a valle del compressore scaricando
la pressione esistente sul diaframma dell'attuatore (9): la
riduzione di spinta sul diaframma dell'attuatore determina la
chiusura parziale della valvola waste-gate (8), per cui una
quantità maggiore di gas va ad alimentare la turbina aumentando
la sua velocità e quindi quella del compressore facendo così
aumentare il valore della pressione di sovralimentazione.
·
Valvola meccanica
Questa valvola ha lo scopo di ridurre e annullare il "colpo
d'ariete" che si verificherebbe rilasciando bruscamente il
pedale dell'acceleratore, con il motore in funzionamento
sovralimentato. Quando si chiude la valvola a farfalla (10), la
depressione trasmessa dal condotto (2) collegato al collettore
di aspirazione, apre la valvola (3); questa apertura consente
alla pressione a valle della farfalla (chiusa), di scaricarsi a
valle del compressore ed annullare le onde di pressione che
causano la rumorosità di funzionamento (colpo d'ariete).
Consigli per prolungare la vita del turbo
Con alcuni accorgimenti molto semplici da attuare è possibile
prolungare la vita del turbocompressore o, perlomeno ritardarne
la revisione.
Quando si avvia il motore, dopo una sosta prolungata o con
temperature esterne rigide, l'olio di lubrificazione
dell'alberino che collega le due giranti necessita di qualche
minuto per raggiungere la temperatura di esercizio ottimale e
quindi il primo consiglio è di non accelerare a fondo subito
dopo la messa in moto.
Un'altra situazione critica si presenta quando si spegne il
motore (sopratutto dopo una bella tirata autostradale): la
temperatura del turbo è altissima e chiudendo improvvisamente il
flusso (sia di lubrificazione che di raffreddamento), parte
dell'olio, che è direttamente a contatto del corpo rovente,
brucia e lascia depositi solidi che riducono la vita delle
boccole di supporto dell'alberino che collega le due delle
giranti; è basilare quindi lasciare girare al minimo il motore
per uno o due minuti prima di spegnere il motore. Proprio per
evitare questo tipo di danni alcune auto montano dei circuiti di
ritardo che continuano a far girare la pompa per qualche minuto
dopo lo spegnimento del motore.
Applicazioni pratiche
E ora la parte più divertente. Vuoi un turbo TD04-14B, un
K04-001 oppure un turbo ibrido T3/T04E? Ok, innanzitutto
cercherò di spiegarvi cosa significano le indecifrabili sigle
alfanumeriche che identificano i turbo. Prima di tutto, i tre
turbo appena menzionati sono realizzati da tre differenti
costruttori.
Il TD04-14B è prodotto dalla Mitsubishi ed è utilizzato come
turbo originale dalle Talon/Eclipse/Lasers costruite dal 1990
fino al 1994.
Il K04-001 è fatto dalla KKK ed è usato dalla più potente
versione europea dell'Audi A4. (Una nota di margine: la fabbrica
originale della KKK è stata rilevata dall'americana BorgWarner).
I turbo ibridi, invece, sono progettati completamente per il
"performance aftermarket", ossia il mercato dei ricambi ad alte
prestazioni e, in generale, sono basati sui turbocompressori
Garrett. Esso è chiamato T3/T04E perché la sezione della turbina
viene dal turbo T3, che è progettato per le auto a benzina. Il
compressore viene dal ben più grande turbo T4, che è progettato
per furgoni da lavoro pesante. Così viene accoppiata una turbina
T3 per piccoli motori da città con un compressore T4 per mezzi
dalle grandi potenze (Un motore ad esempio da 1.5L probabilmente
non potrebbe generare abbastanza gas di scarico da muovere le
palette di un vero turbo T4, lasciato da solo a produrre
potenza.). In generale, ogni produttore di turbocompressori avrà
prestazioni similari se si considerano simili specifiche
tecniche. Mediamente le uniche differenze riguardano le
tipologie di supporti per il montaggio. Così se hai una
Volkswagen col turbo BorgWarner K03 turbo e volessi un upgrade,
il modo più semplice per ottenerlo è montando un più grande K04.
Certamente, potresti usare un turbo TD04-14B, che potrebbe
generare qualcosa in più in termini di potenza, ma in più
dovresti ingegnarti su come montare il nuovo turbo. Se invece tu
dovessi modificare un'auto con motore aspirato per farla
diventare sovralimentata il discorso cambia completamente (il
limite è il cielo!). Per le Honda, la maggiorparte dei
componenti che puoi comprare nei negozi sono assemblati intorno
ai turbo di tipo Garrett.
Il turbocompressore nelle foto di sopra (tratte dal sito
www.overboost.com è realizzato dalla Turbonetics, e si
adatta alle applicazioni dei Garrett. Esso è un turbo ibrido
T3/T04E e può soffiare fino a circa 500 hp. Si noti che sulla
chiocciola del compressore è stampata la sigla "E50", che indica
il compressore T04E con un settaggio "50", mentre sulla
chiocciola del turbo è riportata il numero "63", che indica che
la chiocciola del turbo ha un rapporto stechiometrico, o a/r, di
0.63. In generale, più sono alti tali numeri è maggiore sarà il
range di RPM in cui il turbo lavorerà al meglio producendo la
massima potenza per cui è stato progettato. Un turbo T3/T04E-50
è generalmente considerato lo standard per ottenere la massima
potenza dai motori a 4 cilindri poiché eleva la potenza per un
largo intervallo di giri del motore e produce molti hp. (A 4,5kg
di spinta questo componente produrrà 260 hp con un buon
intercooler).
Quale turbo usare?
Adesso che hai deciso quale produttore di turbocompressori
scegliere,non ti rimane che scegliere quale modello è il più
adatto alle tue esigenze? Non è possibile dare tutte le risposte
a tale domanda in un solo articolo ma di solito si guarderà per
un kit già pronto. Con i kit, le principali equazioni
ingegneristiche sono già state fatte per te e tutto quello che
devi fare è semplicemente selezionare quale kit ti piace e poi
montarlo su. Se non esistono kit pronti per la tua applicazione,
il consiglio è di andare su ibridi basati su turbo Garrett. La
disponibilità di parti significa avere a disposizione una
selezione più vasta di turbo per il tuo motore e una facile
reperibilità di parti di ricambio. Segue una breve lista di case
automobilistiche e delle marche di turbo che usano in origine:
·
Fiat / Lancia: Garrett, IHI;
·
Audi / Volkswagen: KKK / BorgWarner K0-series;
·
Mazda: per la maggior parte sono turbo realizzati direttamente
dalla Mazda;
·
Mitsubishi: Mitsubishi serie TD e Garrett T25;
·
Nissan: Garrett T25;
·
Subaru: IHI;
·
Toyota: Toyota serie CT e Mitsubishi serie TD.
(Si noti poi che i turbo Mitsubishi TD sono intercambiabili con
i Garrett T25)
Resta da dire che installare un turbocompressore in una macchina
è un po' più complicato del semplice montaggio della turbina sui
tubi di scarico del motore e del montaggio del compressore a
sistema di aspirazione. Per evitare di dimezzare la vita del
proprio motore occorrerà revisionare tutti i componenti e
valutare prima se è il caso di intraprendere o meno una via così
laboriosa e costosa per modificare la propria auto.
Ah dimenticavo, se il vostro scopo è quello di utilizzare una
macchina così preparata sulle strade di tutti i giorni, prima di
cominciare una elaborazione del genere fate 2 chiacchiere con un
ingegnere della Motorizzazione, troverà di certo degli argomenti
di vostro interesse... |