IL CATALIZZATORE                                                 a                                                                                                                                                                

                               

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                          DESCRIZIONE

                                                                       

               Il primo catalizzatore fu costruito negli usa nel 1975.

               Da allora  ha conseguito  sostanziali  modifiche  sia   strutturali che 
               funzionali.
I primi  modelli  erano  del tipo   ossidante a corpo  unico
               (monovalente) e gli unici gas che venivano abbattuti al suo  interno 
               erano il CO e gli HC.

               I gas di  scarico  provenienti   dal motore   venivano mescolati   con 
               un  flusso di  aria addizionale e poi  fatti  passare  nel   catalizzatore 
               ossidante, chiamato cosi perché  permetteva al  CO  di   combinarsi 
               con l’ossigeno  contenuto nell’ aria  addizionale e agli HC di comple
               tare la combustione.

 

               In seguito si  è  passati  al   doppio  corpo  (bivalente),  detto doppio 
               perchè   oltre che essere  composto   da sistema   precedentemente 
               esposto   interponeva  a  questo   un  altro corpo  catalizzatore   che
               permetteva  di  abbattere  per riduzione  anche gli  Nox  trasforman
               doli in N2 (azoto) concime.

 

              Oggi  i  catalizzatori  sono a corpo unico ma trivalenti  riuscendo ad
              abbattere  in  maniera  efficace  e  contemporaneamente il  CO  gli 
              Nox e gli HC

 

              Il contenitore  del  catalizzatore  è  costruito  in lamiera al cromo,  o 
              al nichel-cromo. Un  tessuto metallico  altamente   resistente al calo
              re  ed  elastico  protegge   il  nucleo  del  catalizzatore,   denominato 
              “monolita”, il  quale è  strutturato  a nido d’ape.  Su  una  superficie
              di 1 cm2  sono ricavate
 
60  piccolecelle separate tra  loro  da pareti 
              dello  spessore  di  0,15 mm. Questa  struttura permette  la  realizza
              zione di una grande superficie sulla quale i gas nocivi, nelloro flusso,
              vengono a contato  con le sostanze catalitiche.

              La temperatura di  esercizio dell’elemento   catalizzatore  è  compre
              sa tra 300e 900° C.

              Il peso dei metalli nobili  (platino e rodio), contenuti  in un  catalizzat
              ore, è di circa 5 g. Il platino accelera  l’ossidazione degli  idrocarburi
              e dei  monossidi   di  carbonio, mentre il  rodio  accelera la  riduzione
              degli ossidi di azoto.

              Per ottenere  un  elevato  grado di  conversione è   necessario  che il 
              rapporto   aria-carburante vari  molto poco rispetto  al  rapporto  teo
              rico   richiesto  per   la  combustione   completa.  Questa   condizione 
              viene   garantita,   mediante  la  sonda  lambda.  In tal modo i  gas di
              scarico espulsi dal   motore:  CO, HC, Nox,   vengono   convertiti  in 
              H2O,  N2, CO2.  Il catalizzatore  trivalente è   in  grado di  eliminare
             oltre il 90% dei veleni presenti nei gas  di scarico. Allo scopo  di assi
             curare  che le   reazioni  di conversione dei  gas   possano  verificarsi 
             rapidamente e in modo completo occore osservare alcuni accorgimenti:


                 Il catalizzatore per funzionare al meglio, quindi per abbattere la maggior
             parte dei gas nocivi e per permettere che quante piu' parti possibili di CO
             si trasformino in CO2, necessitano che il rapporto aria carburante rimanga
             all'interno di valori ben precisi ed è indispensabile che la centralina di
             gestione motore possa verificare tale rapporto ed operare le necessarie
             correzioni per mantenerlo all'interno del range ottimale.
             Questa misura viene effettuata in maniera indiretta rilevando la quantità
             di ossigeno ancora presente nei gas combusti.
             Il sensore preposto a questa misura è la sonda lambda.
             Questo sensore restituisce un segnale in tensione (o in corrente), dipende
             dal tipo di sonda usata dal costruttore e dal tipo di motore, in funzione
             delle concentrazione di ossigeno nei gas di scarico ed è perfettamente
             adatto alla necessità di cui abbiamo parlato sopra anche se non é in
             grado di rilevare l'effettivo rapporto aria carburante che non dipende
             solo dalla quantità di ossigeno presente nei gas di scarico ma da un

             complesso insieme di fattori tra cui anche il tipo di motore e la strategia
             di funzionamento utilizzata per permettere al carburante di sprigionare
             la maggior quantità di energia possibile.
             I moderni motori ad iniezione stratificata e iniezione diretta sono stati
             studiati per riuscire a funzionare con rapporti aria carburante molto

             superiori al canonico 14,7:1 quindi anche le strategie di controllo del

             fattore lambda sono cambiate e con esse anche i sensori lambda

             utilizzati.
            
             Esistono vari tipi di sonde lambda a seconda dei principi di funzionamento
             sui quali si basano ed utilizzate a seconda del tipo di motore, della
             strategia di funzionamento del motore e dal tipo di controllo che il

             costruttore preferisce utilizzare.

            Sonda al biossido di Zirconio 1-2-3-4 fili
            ( la prima e piu' comune sonda utilizzata ) (narrow band)
            Sonda al Titanio 4 fili banda larga (narrow band) / (wide band)
            Sonda LSU 5 fili banda larga (wide band)
 

 

                                   PER EVITARE CHE IL CATALIZZATORE SI ROVINI

 

                  USARE SEMPRE BENZINA VERDE, CIOÈ SENZA PIOMBO, PER EVITARE 
                 CHE QUESTI VADA A DEPOSITARSI SUL MONOLITA E LO RENDA
  
              
INATTIVO.

 

                  EVITARE CHE BENZINA INCOMBUSTA, A SEGUITO DI RIPETUTI AVVIA
                  MENTI,POSSA  RAGGIUNGERE IL CATALIZZATORE; QUESTO LO
 
                
METTEREBBE FUORI USO IN BREVE TEMPO.

 

                  EVITARE LE MANOVRE DI TENTATI AVVIAMENTI A SPINTA: IN CASO DI 
                  MANCATE ACCENSIONI, SI AVREBBE ACCUMULO DI CARBURANTE NEL
                  CATALIZZATORE, CON CONSEGUENTE DANNEGGIAMENTO DELLO 
                 
STESSO.

 

                  PER NESSUNA RAGIONE SI DEVONO STACCARE I CAVI DELLE CANDE
                  LE A MOTORE IN MOVIMENTO; IN CASO SI RENDA NECESSARIA UNA 
                  PROVA DI QUESTO TIPO, SI DEVE SOSTITUIRE , PROVVISORIAMENTE ,
                 
LA MARMITTA CATALITICA CON UNA TUBAZIONE EQUIVALENTE

 

                  E SEMPRE CONSIGLIABILE NON PARCHEGGIARE SU MATERIALI INFIA
                  MMABILI TIPO (carta, paglia o foglie secche) CHE LA MARMITTA COL 
                 
SUO CALORE POTREBBE INCENDIARE.

 

                  CONSIDERATA LA SUA ALTA TEMPERATURA DI LAVORO, POSTA L’AU
                  TO SUL PONTE BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE A NON TOCCARE LA 
                  MARMITTA CON LE MANI.

 

                  INFINE NON USARE ADDITIVI E OLI MOTORE NON ADATTI PER AUTO 
                 
CATALIZZATE. 

 

                            Funzione della sonda a valle del catalizzatore

La sonda a valle del catalizzatore ha lo scopo di far capire alla centralina il degrado dello stesso, tale da permettere il superamento del limite d'emissioni imposto dalla normativa, e se il caso segnalarlo facendo illuminare la spia MIL registrando un codice di guasto su memoria non volatile della centralina.
In particolare si misura la tensione di  picco  del  segnale  della  sonda  a monte e  quella della sonda a valle e la centralina confronta le due tensioni

Se la tensione del segnale della sonda a valle è molto piccola rispetto alla tensione del segnale della sonda a monte allora il catalizzatore sta funzionando correttamente.

Se la tensione del segnale della sonda a valle è uguale o quasi alla tensione del segnale della sonda a monte allora il catalizzatore è degradato.

Quindi è grazie alle due sonde ossigeno (prima e dopo il cat) che la centralina è in grado di stabilire l'O.S.C. (Oxygen Storage Capacity) e risalire alla sua efficienza di conversione.
Per ciò che concerne il catalizzatore la norma chiede di diagnosticare guasto un catalizzatore che fa superare un determinato livello d'emissioni di HC.
Un catalizzatore degradato realizza meno efficacemente le reazioni chimiche per le quali era stato progettato.
La diminuzione dell'effetto di "Oxygen Storage" è indice di una minore efficacia dei processi chimici e dunque di un certo degrado del catalizzatore.
I sistemi a doppia sonda stimano quindi il degrado misurando I'Oxygen Storage.
In condizioni di closed loop, se I'Oxygen Storage funziona correttamente la sonda a valle fornirà un segnale quasi costante poichè il catalizzatore utilizza tutto l'ossigeno per le sue reazioni chimiche; man mano che il catalizzatore si degrada l'Oxygen Storage diminuisce ed una parte d'ossigeno sempre maggiore sarà "vista" dalla sonda a valle che fornirà, di conseguenza, un segnale via via più grande in ampiezza e con frequenza uguale a quella del primo loop.